[vc_row full_width=”” parallax=”” parallax_image=””][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]” Prendiamo atto con grande soddisfazione dell’annuncio fatto da Poste Italiane questa mattina in una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il ministro della Giustizia,Andrea  Orlando della prossima apertura a Roma della prima casa famiglia protetta per le detenute madri e i loro figli”.
A parlare è la presidente dell’Associazione A Roma Insieme, Leda Colombini che da oltre vent’anni si occupa dei bambini ” detenuti” in carcere e delle problematiche delle loro madri.
Uno dei due progetti cui darà  vita entro la fine di quest’anno – Poste Insieme Onlus secondo quanto ha riferito dalla stessa presidente di Poste, Luisa Todini, è quello di realizzare la prima casa famiglia protetta prevista dalla legge del 2011 , rimasta finora tristemente inattuata . La struttura ospitera’ a Roma le detenute madri con i loro figli. La ” magnifica ossessione” della nostra fondatrice, Leda Colombini, che “nessun bambino varchi piu’ la soglia di un carcere” sembra  stia davvero per realizzarsi – contiua la Passarelli -grazie anche alla sinergia che e’ stata costituita dal senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione per i diritti umani del Senato e dall’ assessore ai servizi sociali di Roma, Francesca Danese, supportata anche dal presidente del municipio dell’Eur, Andrea Santoro, dove si trova la struttura sottratta alla mafia. La casa verra’ ristrutturata grazie ai 150 mila euro messi a disposizione da Poste Onlus. Al finanziamento della gestione dovra’ provvedere lo stesso Comune con altre risorse, dopo aver emanato un bando a cui potranno partecipare  le onlus specializzate in questo settore. “Dal canto nostro – ha concluso la presidente Gioia Passarelii mettiamo a disposizione la nostra esperienza sul campo, dopo oltre vent’anni passati a tutelare in prima linea  i diritti dei bambini da 0 a 3anni  “detenuti” con le loro mamme senza alcuna colpa.  Vigileremo perche’ i tempi annunciati siano effettivamente rispettati e perché la struttura, una volta realizzata, possa realmente funzionare per dare un’opportunita’ di recupero a chi ha sbagliato”.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]