da admin | Mar 22, 2023 | Rassegna stampa
L’infanzia non si incarcera!
Una lettera-appello per non bloccare la legge.
In seguito alla presentazione di emendamenti che fermano la proposta di legge in Commissione Giustizia della Camera, associazioni, garanti e singoli soggetti impegnati sul tema dei diritti in carcere chiedono di non tradire il lavoro svolto finora e di accelerare l’approvazione Un appello rivolto al Presidente e ai componenti della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati per ripristinare lo spirito originario della proposta di legge d’iniziativa dei Deputati Serracchiani, Costa, Di Biase, Casu, Furfaro. A.C. n. 103 e liberare finalmente i bambini detenuti nelle carceri a seguito delle mamme.
Ad inviarlo oggi Cittadinanza attiva e A Roma Insieme – Leda Colombini, con la sottoscrizione di altre 12 organizzazioni civiche e di volontariato attive sul tema dei diritti dei detenuti, nonché di 4 Garanti dei diritti delle persone private della libertà e del Presidente della Conferenza dei Garanti Territoriali. Attualmente la proposta di legge “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori” è ferma presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, per via della presentazione di una serie di proposte di emendamenti: una situazione – si legge nell’appello – “estremamente preoccupante, sia perché rischia di aprire una nuova fase di stallo sul provvedimento, sia perché gli emendamenti depositati depotenzierebbero l’intero impianto della proposta di legge, contraddicendone finalità e motivazioni.”
La proposta di legge, nata su iniziativa dell’ex onorevole Siani e che nella scorsa legislatura non aveva completato l’iter di approvazione a causa della caduta del Governo Draghi, si inserisce in un percorso di proficua e positiva collaborazione tra Parlamento ed organizzazioni della società civile, contrassegnato da una grande spinta e valenza civica che non ha mai avuto bandiere. Introduce misure efficaci e ragionevoli, rimuovendo anzitutto ostacoli e limiti – di natura economica e giuridica – presenti nella normativa vigente che continuano ad alimentare il fenomeno dell’incarcerazione dell’infanzia e a produrre nuovi ingressi di bambini in carcere al seguito delle madri.
Tra le più apprezzabili, le disposizioni rivolte a sostenere e promuovere il sistema delle case famiglia protette come modello alternativo alle soluzioni detentive di madri e bambini, comprese quelle della detenzione negli Istituti a Custodia Attenuata per detenute Madri (ICAM). Da qui l’appello delle organizzazioni e dei vari soggetti che chiedono ai parlamentari di non fermare questo percorso e di recuperare lo spirito originario affinché il testo completi quanto prima l’esame in Commissione Giustizia, senza modifiche che ne tradiscano l’intento o esulino dalla esplicita finalità: ossia che i bambini e le bambine possano vivere i loro primi anni di vita con le madri, siano esse in attesa di giudizio o in esecuzione penale, in un ambiente non detentivo.
Aderiscono all’iniziativa
da admin | Mar 22, 2023 | NEWS
Al Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati
On.le Ciro Maschio
Ai componenti della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati
e p.c.
Al Presidente della Camera dei Deputati
On.le Lorenzo Fontana
Ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati
Al Ministro giustizia
On.le Carlo Nordio
Roma, 21 marzo 2023
Lettera appello sulla proposta di legge
“Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori”.
D’iniziativa dei Deputati Serracchiani, Costa, Di Biase, Casu, Furfaro. A.C. n. 103
Egregi Onorevoli,
in questi giorni abbiamo appreso la notizia che l’esame della proposta di legge in oggetto, in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ha subito una preoccupante battuta d’arresto.
Il testo, nella sua versione originaria, ricalca alla lettera i contenuti della proposta di legge depositata nella passata legislatura dall’ On. le Paolo Siani ed altri Deputati, che aveva ottenuto, in seguito ad un lungo esame in Commissione Giustizia, l’approvazione da parte della Camera dei Deputati con una larghissima e trasversale
maggioranza. La fine anticipata della legislatura ha poi impedito che si completasse l’iter di approvazione, con il passaggio in Senato.
La richiamata proposta di legge, nei suoi contenuti, motivazioni e finalità, raccoglie molte delle istanze sollevate a più riprese delle scriventi organizzazioni.
Riflettendo le nostre sollecitazioni, il provvedimento si occupa della condizione dei bambini costretti a trascorrere i primi anni di vita all’interno degli istituti penitenziari assieme alle madri detenute e mira dichiaratamente a restituire centralità alla tutela del benessere dei piccoli e del rapporto genitoriale.
La presenza di bambini nelle carceri, reclusi con le madri, rappresenta un paradosso gravissimo del nostro sistema; un paradosso finora irrisolto ed incredibilmente trascurato, sul quale nel tempo ci siamo impegnati, come organizzazioni della società civile, per richiamare l’attenzione pubblica e delle istituzioni e per formulare e sollecitare l’adozione di soluzioni di sistema idonee a risolverlo definitamente.
Ciò nella convinzione che la tutela della salute psicofisica dei bambini debba prevalere su ogni altra ragione o interesse pubblico e debba costituire il principale, se non l’unico, criterio guida per la costruzione di misure dedicate.
E’ oramai dimostrato che i piccoli che crescono in carcere ricevano danni profondi sul piano dello sviluppo psicofisico e, seppure parliamo di piccoli numeri, riferibili a poche decine di presenze, è innegabile che le ridotte dimensioni del fenomeno non possono ridimensionare la gravità del problema dell’incarcerazione dell’infanzia. E anzi, le dimensioni contenute del problema rendono ancor più contraddittorio e sorprendente il fatto che ne tempo non si siano approntate soluzioni decisive per azzerarlo.
Su queste premesse e per queste ragioni, abbiamo sostenuto in passato la “proposta di legge Siani”, come oggi sosteniamo la proposta di legge in esame, che ne riprende integralmente i contenuti.
Nel recepire le nostre richieste, la proposta di legge introduce misure efficaci e ragionevoli, rimuovendo anzitutto ostacoli e limiti, di natura economica e giuridica, presenti nella normativa vigente che continuano ad alimentare il fenomeno dell’incarcerazione dell’infanzia e a produrre nuovi ingressi di bambini in carcere al seguito delle madri. Tra le più apprezzabili, evidenziamo in particolare le disposizioni rivolte a sostenere e promuovere il sistema delle case famiglia protette come modello alternativo alle soluzioni detentive di madri e bambini, comprese quelle della detenzione c.d. attenuata in ICAM.
Abbiamo, pertanto, valutato come fatto positivo ed incoraggiante la riproposizione della proposta di legge all’avvio della legislatura corrente ed altrettanto la deliberazione d’urgenza votata in aula perché l’iter di approvazione potesse procedere speditamente e senza intoppi.
Oggi, invece, apprendiamo con stupore della recente battuta d’arresto in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, determinata dalla presentazione di significative ed inaspettate proposte emendative.
Una iniziativa che troviamo estremamente preoccupante, sia perché rischia di aprire una nuova fase di stallo sul provvedimento, sia perché gli emendamenti depositati depotenzierebbero l’intero impianto della proposta di legge, contraddicendone finalità e motivazioni.
Una iniziativa che, inoltre, troviamo sorprendente, vista l’ampia convergenza di tutte le forze politiche che si era raggiunta, soltanto qualche mese fa, sul testo della proposta Siani.
Teniamo a sottolineare che la proposta di legge in discussione si inserisce in un percorso di proficua e positiva collaborazione tra Parlamento ed organizzazioni della società civile.
Un percorso contrassegnato da una grande spinta e valenza civica, che non ha mai avuto bandiere.
Siamo tuttora convinti che il bene dei piccoli ancora oggi reclusi nelle carceri italiane definisca un tema su cui unire le forze; un tema da sottrarre alle dinamiche delle divisioni e dello scontro politico, che non possono consumarsi sulla pelle dei bambini.
A ciascuno di Voi, pertanto, ci rivolgiamo perché, coerentemente con il percorso finora svolto e la procedura d’urgenza votata, il testo della proposta di legge in esame completi quanto prima l’iter di approvazione in Commissione Giustizia, senza modifiche che ne tradiscano l’intento o esulino dalla esplicita finalità espressamente limitata a che i bambini e le bambine possano vivere i loro primi anni di vita con le madri, siano esse in attesa di giudizio o in esecuzione penale, in un ambiente non detentivo.
Ci appelliamo al Vostro senso di responsabilità affinché questo lungo percorso non venga vanificato e affinché il Parlamento si assuma unitariamente l’impegno, degno di un paese civile, che nessun bambino debba più varcare le soglie di un carcere.
Giovanna Longo Anna Lisa Mandorino
Presidente A Roma insieme-Leda Colombini Segretaria Generale Cittadinanzattiva APS
Aderiscono all’appello:
Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia
Conferenza Regionale Volontariato Giustizia Lazio
La Gabbianella e altri animali APS
Associazione Loscarcere
Movimento No Prison
Redazione Ristretti Orizzonti
Associazione Sbarre di zucchero
Terre des Hommes Italia
Associazione 21 luglio
Stefano Anastasia, Presidente Conferenza dei Garanti Territoriali delle persone private della libertà
Bruno Mellano, Garante dei diritti delle persone private della libertà, Regione Piemonte
Samuele Ciambriello, Garante dei diritti delle persone private della libertà, Regione Campania
Francesco Maisto, Garante dei diritti delle persone private della libertà, Comune di Milano
Valentina Calderone, Garante dei diritti delle persone private della libertà, Comune di Roma
Paolo Siani, medico pediatra
Luigi Manconi, sociologo, presidente A Buon Diritto
Gabriella Stramaccioni, già garante dei diritti delle persone private della libertà di Roma Capitale
Paolo Lattanzio, Regional Program Representative & special Progect advisor. Save the Children Italia
LETTERA APPELLO 21 mar 23
da admin | Mar 14, 2023 | NEWS
Le agenzie di stampa di ieri 7 marzo riferiscono che nel carcere di Rebibbia femminile è stata trovata morta una detenuta rinchiusa in una cella di isolamento dove era trattenuta da alcuni giorni. La sera prima era stata visitata dal medico affetta da malore acuto.
Il tragico episodio impone senza indugio un rapido e serio accertamento dei fatti e lo scrupoloso appuramento della verità.
La visita medica aveva, colto veramente la gravità della situazione ?
Perché la donna dopo la visita medica, è stata trattenuta nella cella d’isolamento rendendo così problematica la possibilità di essere continuamente monitorata e senza che lei potesse tempestivamente chiedere assistenza e conforto?
Non sono domande superflue.
Esse piuttosto ripropongono il tragico tema, ad oggi non risolto, della compatibilità della condizione carceraria con stati morbosi gravi, se non della contraddizione tra carcere e salvaguardia della vita umana.
Sulla tragica vicenda sia pienamente accertata la verità.
Lo ribadiamo con la piena consapevolezza oggi, 8 Marzo, giornata simbolo della dignità di tutte le donne.
La Presidente
di “A Roma, Insieme – Leda Colombini ODV”