L’evento finale si terrà martedì 2 dicembre alle ore 17:00 presso la Sala del Carroccio, 1
Per il Giubileo delle persone detenute, in collaborazione con Roma Capitale, Zetema, Cooperativa Pid Onlus, Cooperativa Il Cammino Onlus, abbiamo portato avanti un progetto dedicato ai temi dell’abitare.
Martedì 2 dicembre presso la Sala del Carroccio, in Campidoglio, dalle ore 17, ci sarà un incontro pubblico che conclude il percorso di attività svolte all’interno degli istituti penitenziari, delle case famiglia e strutture per pene alternative, con l’obiettivo di promuovere consapevolezza e collaborazione tra istituzioni, servizi sociali, agenzie immobiliari e sportelli per l’abitare.
L’iniziativa, inserita nel programma più ampio del Giubileo, ha coinvolto direttamente le persone detenute favorendo intensi momenti di riflessione e confronto sui temi dell’abitare, della reintegrazione e del dialogo tra la realtà detentiva e la società civile.
Dal 27 al 30 novembre al Teatro Cometa OFF andrà in scena uno spettacolo teatrale molto speciale: Apri e Chiudi, un bambino dietro le sbarre, la storia di un bambino cresciuto in carcere fino ai tre anni, raccontata con delicatezza dalla regista Bruna Mandolino che, colpita dalla sua vicenda, ha scelto di trasformarla in un copione intenso e profondamente umano, con il contributo della scrittrice Laura Masielli. Crescere in un ambiente detentivo significa fare i conti con insicurezza, stimoli limitati, poca socializzazione e una visione del mondo molto ristretta. Sono difficoltà psicologiche silenziose, che spesso restano invisibili, ma che segnano profondamente i primi anni di vita. Partecipare allo spettacolo significa sostenere il nostro lavoro accanto alle madri detenute e ai loro bambini. Il ricavato finanzierà i nostri progetti e ci permetterà di continuare ad essere presenti dove c’è più bisogno. Aiutateci a diffondere questa storia! Perché più persone la ascolteranno, più questi bambini esisteranno davvero agli occhi del mondo.
Lo spettacolo si terrà al Teatro Cometa OFF in via Luca della Robbia, 47 a Roma
Un segnale forte per i diritti, la legalità e il reinserimento sociale!
In una seduta straordinaria e altamente simbolica, l’Assemblea Capitolina si è riunita lo scorso 23 settembre all’interno della Casa Circondariale di Rebibbia. Un evento dal forte valore civile e istituzionale, che ha voluto portare la voce delle istituzioni romane in un luogo spesso dimenticato dal dibattito pubblico, ma centrale per affermare i principi di legalità, giustizia sociale e inclusione.
In una seduta straordinaria e altamente simbolica, l’Assemblea Capitolina si è riunita lo scorso 23 settembre all’interno della Casa Circondariale di Rebibbia. Un evento dal forte valore civile e istituzionale, che ha voluto portare la voce delle istituzioni romane in un luogo spesso dimenticato dal dibattito pubblico, ma centrale per affermare i principi di legalità, giustizia sociale e inclusione.
Hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni comunali, della direzione del carcere, degli operatori penitenziari e, soprattutto, dei detenuti, che hanno avuto la possibilità di intervenire e raccontare le proprie esperienze, le difficoltà vissute e le aspettative per il futuro.
L’obiettivo dell’iniziativa è stato chiaro: ribadire che la pena non può e non deve mai essere solo punizione, ma deve puntare al recupero e al reinserimento sociale della persona. Il carcere, in questa visione, non è un luogo chiuso, ma parte integrante della città, che deve saper includere e non emarginare.
“Essere qui oggi significa affermare con forza che la città non si ferma ai suoi confini visibili,” – ha dichiarato il Presidente dell’Assemblea Capitolina – “ma entra anche laddove spesso la politica fatica ad arrivare. La dignità, i diritti e le opportunità devono valere per tutti, senza eccezioni.”
Questa seduta rappresenta un momento importante di ascolto e di responsabilità per tutta l’amministrazione capitolina, e si inserisce in un percorso più ampio di attenzione alle politiche di reinserimento, al lavoro penitenziario, alla formazione e alla tutela della dignità umana. Un messaggio di speranza e cambiamento!
Dopo cinque mesi di incontri, si è concluso il percorso formativo “Alfabetizzazione Digitale per il Lavoro” all’interno del carcere di Regina Coeli.
In una piccola aula, tra righe di codice, database e framework, è nato molto più di un semplice corso: è nata una possibilità di cambiamento. Cinque persone detenute hanno preso parte al progetto, dedicandosi con impegno allo studio di HTML, MySQL e Laravel, ma soprattutto alla riscoperta delle proprie potenzialità. Tre progetti web realizzati, ore di confronto e collaborazione, e una trasformazione concreta, sia nelle competenze che nella fiducia in sé stessi. Grazie a questo percorso, infatti, uno dei corsisti inizierà un tirocinio retribuito, un primo passo importante verso il reinserimento sociale e lavorativo.
Il progetto è stato reso possibile grazie al sostegno del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, che ringraziamo per aver creduto in questa possibilità. Grazie anche a Yuna Studio e GM Ambiente & Energia per il prezioso supporto tecnico, e a tutte le persone che hanno reso possibile questo cammino. Crediamo che la tecnologia, se proposta con cura e responsabilità, possa diventare un vero strumento di emancipazione e inclusione.
Si è concluso con entusiasmo e grande partecipazione il laboratorio di fumetto che, negli scorsi mesi, ha coinvolto alcuni giovani detenuti del carcere di Regina Coeli. Un percorso nato grazie al contributo di tanti sostenitori attraverso una campagna di crowdfunding, e che ha visto i partecipanti impegnarsi con passione nella scoperta del disegno, della narrazione visiva e dell’espressione personale.
Guidati dal fumettista e illustratore Daniele De Sando, i partecipanti hanno mosso i primi passi tra fogli bianchi, matite, righelli e colori, apprendendo nozioni di anatomia e tecniche per dare vita a figure in movimento. Quello che all’inizio erano solo prove e risatine, è presto diventato qualcosa di più profondo: personaggi unici, capaci di raccontare emozioni, vissuti e storie personali.
Tra le illustrazioni finali: un ladro in fuga inseguito dalla polizia, un uomo che si gode un bicchiere di birra, un pappagallo in gabbia terrorizzato da un gatto, un detenuto che sbatte la porta con rabbia. Immagini che raccontano non solo fantasia, ma anche stati d’animo, pensieri, sensazioni.
Perché sì, i corsisti sono giovani detenuti, ma prima di tutto sono persone. Persone con un passato complesso, ma anche con il diritto alla dignità, all’ascolto e alla possibilità di esprimersi.
Un grazie sentito va a chi ha reso possibile tutto questo: ai volontari, agli operatori del carcere e a tutti coloro che hanno creduto nel progetto e lo hanno sostenuto con le proprie donazioni.
E mentre si chiudeva l’ultima giornata di corso, tutto sembrava chiedere attenzione, rispetto, umanità…anche l’eco della battitura che spesso accompagna le lunghe e afose giornate all’interno di un carcere!
Negli ultimi due anni, i ragazzi detenuti negli Istituti Penali per Minorenni (Ipm) sono aumentati del 55%: da 392 a 611, non così i reati.
Ma perché? Molto probabilmente, l’incremento della detenzione minorile è diretta conseguenza del Decreto “Caivano”, entrato in vigore nel settembre 2023 che ha ampliato la possibilità di custodia cautelare per i minorenni e ridotto l’utilizzo delle misure alternative al carcere.
Molti giovani vengono ora trasferiti nei penitenziari per adulti al compimento della maggiore età, anche se hanno commesso il reato da minorenni e potevano restare negli Ipm fino ai 25 anni. Una scelta punitiva, non educativa! Tutto questo, nonostante nel 2023 le segnalazioni a carico di minorenni siano diminuite del 4,15%. Le associazioni Antigone onlusDefence for children Italia e Libera contro le mafie lanciano un appello urgente: “Torni la cultura educativa nella giustizia minorile!” I giovani vanno accompagnati, non puniti. Aderisci all’appello!
Un fatto su cui si è espresso anche il portavoce della Conferenza dei garanti territoriali delle persone private della libertà personale, Samuele Ciambriello lanciando un appello alla politica, alle Regioni e al terzo settore.
SOSTIENI L’ASSOCIAZIONE A ROMA, INSIEME – Leda Colombini ODV Mai più bambini in carcere!
Destina il tuo 5 x 1000 alla associazione A Roma, Insieme - Leda Colombini ODV semplicemente scrivendo il C.F. 96219460589 nella dichiarazione dei redditi.
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