Dopo cinque mesi di incontri, si è concluso il percorso formativo “Alfabetizzazione Digitale per il Lavoro” all’interno del carcere di Regina Coeli.
In una piccola aula, tra righe di codice, database e framework, è nato molto più di un semplice corso: è nata una possibilità di cambiamento. Cinque persone detenute hanno preso parte al progetto, dedicandosi con impegno allo studio di HTML, MySQL e Laravel, ma soprattutto alla riscoperta delle proprie potenzialità. Tre progetti web realizzati, ore di confronto e collaborazione, e una trasformazione concreta, sia nelle competenze che nella fiducia in sé stessi. Grazie a questo percorso, infatti, uno dei corsisti inizierà un tirocinio retribuito, un primo passo importante verso il reinserimento sociale e lavorativo.
Il progetto è stato reso possibile grazie al sostegno del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, che ringraziamo per aver creduto in questa possibilità. Grazie anche a Yuna Studio e GM Ambiente & Energia per il prezioso supporto tecnico, e a tutte le persone che hanno reso possibile questo cammino. Crediamo che la tecnologia, se proposta con cura e responsabilità, possa diventare un vero strumento di emancipazione e inclusione.
Si è concluso con entusiasmo e grande partecipazione il laboratorio di fumetto che, negli scorsi mesi, ha coinvolto alcuni giovani detenuti del carcere di Regina Coeli. Un percorso nato grazie al contributo di tanti sostenitori attraverso una campagna di crowdfunding, e che ha visto i partecipanti impegnarsi con passione nella scoperta del disegno, della narrazione visiva e dell’espressione personale.
Guidati dal fumettista e illustratore Daniele De Sando, i partecipanti hanno mosso i primi passi tra fogli bianchi, matite, righelli e colori, apprendendo nozioni di anatomia e tecniche per dare vita a figure in movimento. Quello che all’inizio erano solo prove e risatine, è presto diventato qualcosa di più profondo: personaggi unici, capaci di raccontare emozioni, vissuti e storie personali.
Tra le illustrazioni finali: un ladro in fuga inseguito dalla polizia, un uomo che si gode un bicchiere di birra, un pappagallo in gabbia terrorizzato da un gatto, un detenuto che sbatte la porta con rabbia. Immagini che raccontano non solo fantasia, ma anche stati d’animo, pensieri, sensazioni.
Perché sì, i corsisti sono giovani detenuti, ma prima di tutto sono persone. Persone con un passato complesso, ma anche con il diritto alla dignità, all’ascolto e alla possibilità di esprimersi.
Un grazie sentito va a chi ha reso possibile tutto questo: ai volontari, agli operatori del carcere e a tutti coloro che hanno creduto nel progetto e lo hanno sostenuto con le proprie donazioni.
E mentre si chiudeva l’ultima giornata di corso, tutto sembrava chiedere attenzione, rispetto, umanità…anche l’eco della battitura che spesso accompagna le lunghe e afose giornate all’interno di un carcere!
Negli ultimi due anni, i ragazzi detenuti negli Istituti Penali per Minorenni (Ipm) sono aumentati del 55%: da 392 a 611, non così i reati.
Ma perché? Molto probabilmente, l’incremento della detenzione minorile è diretta conseguenza del Decreto “Caivano”, entrato in vigore nel settembre 2023 che ha ampliato la possibilità di custodia cautelare per i minorenni e ridotto l’utilizzo delle misure alternative al carcere.
Molti giovani vengono ora trasferiti nei penitenziari per adulti al compimento della maggiore età, anche se hanno commesso il reato da minorenni e potevano restare negli Ipm fino ai 25 anni. Una scelta punitiva, non educativa! Tutto questo, nonostante nel 2023 le segnalazioni a carico di minorenni siano diminuite del 4,15%. Le associazioni Antigone onlusDefence for children Italia e Libera contro le mafie lanciano un appello urgente: “Torni la cultura educativa nella giustizia minorile!” I giovani vanno accompagnati, non puniti. Aderisci all’appello!
Un fatto su cui si è espresso anche il portavoce della Conferenza dei garanti territoriali delle persone private della libertà personale, Samuele Ciambriello lanciando un appello alla politica, alle Regioni e al terzo settore.
Seria preoccupazione e motivato allarme. Usiamo a ragione queste parole per giudicare la situazione, da tempo determinatasi, del sostanziale non regolare funzionamento degli Uffici del Garante Nazionale dei Diritti dei Detenuti e delle Persone sottoposte a limitazione delle libertà personali. Ci richiamiamo a quanto pubblicato da varie testate circa le dimissioni, avvenute e preannunciate, di alcuni titolari di rilevanti funzioni appartenenti all’ufficio del Garante Nazionale. Dimissioni motivate dall’impossibilità a svolgere i delicati compiti assegnati. Ad oggi la relazione annuale, cui per statuto e indicazione legislativa il Garante Nazionale è tenuto a redigere e rendere pubblica, non è conosciuta. Per tradizione, tale documento risulta essere di primaria rilevanza per la conoscenza delle tendenze e delle problematiche emergenti nelle realtà carcerarie. E sappiamo quanto l’attuale realtà rappresenti un punto drammatico per tutto il Paese. Ci rivolgiamo alla Presidente del Consiglio dei Ministri, On.Giorgia Meloni, al Ministro della Giustizia Nordio, ai Presidenti delle Commissioni Giustizia della della Camera e del Senato e a ciascuno dei relativi membri, affinché, nel pieno rispetto delle regole costituzionali e delle responsabilità di ciascuno, queste gravi disfunzioni ed inammissibili ritardi siano subito affrontati e superati. Non dimentichiamo certo le ragioni (risalenti a circa dieci anni fa) che spinsero una pluralità di soggetti a salutare positivamente l’ingresso, nell’ordinamento italiano, dell’istituto del Garante. La nostra associazione era una di quelle voci ed oggi lo è in modo ancor più convinto. Le volontarie e i volontari di “A Roma Insieme – Leda Colombini ODV”
L’Associazione A Roma Insieme – Leda Colombini ODV esprime con convinzione la propria contrarietà al recente “Decreto Sicurezza”, approvato in via definitiva dal Parlamento. Riteniamo profondamente sbagliata l’idea che l’unica risposta ai problemi sociali e di sicurezza sia l’aumento dei reati e delle aggravanti.
Come realtà indipendente, non legata ad alcun partito politico, intendiamo da oggi portare avanti una chiara e pacata azione di informazione spiegando le ragioni della nostra opposizione a questo provvedimento. Ci preme anche esprimere tutto il nostro sconcerto per le dichiarazioni dell’onorevole Berrino (Fratelli d’Italia) che ha usato parole gravi, offensive e inaccettabili che riportiamo testualmente “Le donne che fanno figli per poter rubare non sono degne di farlo”
La nostra risposta è semplice e diretta: pensavamo di aver fatto dei passi avanti nella realizzazione dell’obiettivo della nostra associazione ma così evidentemente non è e, anzi, siamo tornati indietro. Continueremo, quindi, a lavorare ogni giorno, insieme a tante altre persone, per sostenere con serietà e trasparenza i bambini e le bambine in difficoltà e le loro madri. Lo facciamo con rispetto, senso di giustizia ed educazione ai valori della legalità
Con il cuore e lo sguardo sempre rivolto ad un mondo solidale da costruire insieme vi auguriamo una serena Pasqua Le volontarie e i volontari di A Roma, Insieme-Leda Colombini
SOSTIENI L’ASSOCIAZIONE A ROMA, INSIEME – Leda Colombini ODV Mai più bambini in carcere!
Destina il tuo 5 x 1000 alla associazione A Roma, Insieme - Leda Colombini ODV semplicemente scrivendo il C.F. 96219460589 nella dichiarazione dei redditi.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito accetti i cookie.OkNoLeggi di più