[vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row][vc_row full_width=”” parallax=”” parallax_image=””][vc_column width=”1/1″][vc_gallery type=”nivo” interval=”3″ images=”1629,1630,1631,1632,1633,1634,1635,1636,1637,1638,1639,1640″ onclick=”link_no” custom_links_target=”_self” img_size=”large”][/vc_column][/vc_row][vc_row full_width=”” parallax=”” parallax_image=””][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Il Sottosegretario del Ministero della Giustizia Cosimo Maria Ferri ha visitato questa mattina la Casa Circondariale femminile di Rebibbia in occasione dell’inaugurazione di una Tensostruttura realizzata dall’Associazione “A Roma, Insieme Leda Colombini”,grazie al finanziamento da parte della Fondazione Prosolidar Onlus.

A margine della cerimonia, Ferri ha dichiarato: “voglio ringraziare l’Associazione “A Roma Insieme Ledia Colombini” per l’iniziativa e per l’impegno dimostrato in questo importante progetto e la Fondazione Prosolidar Onlus per aver reso possibile l’apertura di questa struttura e per l’attenzione al nobile risvolto sociale che essa determina. La creazione di questo spazio si rivolge nella giusta direzione e contribuisce ad umanizzare la detenzione delle donne, facilitando gli incontri con i loro figli in ambienti adeguati ed accoglienti. È indispensabile procedere nel cambiamento culturale intrapreso, affinché possano essere raggiunti importanti risultati dal punto di vista della rieducazione e del reinserimento. Il fattore dell’affettività in carcere non deve essere assolutamente sottovalutato, poiché garantisce al detenuto una finestra con il mondo esterno e permette a quest’ultimo di avere una speranza che possa guidarne il cammino verso il totale e completo reinserimento nella società. Dobbiamo al tempo stesso tutelare soggetti deboli e senza alcuna colpa, come i figli di queste detenute, affinché possano avere uno spazio per incontrare la propria madre e passare del tempo insieme in tutta tranquillità. È necessario l’impegno di tutti per garantire una sicura ed efficace tutela dei rapporti tra i detenuti e la propria famiglia, con il coinvolgimento delle reti territoriali e degli operatori che svolgono la propria funzione all’interno e all’esterno della struttura stessa. La famiglia ha un ruolo e una funzione sociale centrale nel percorso rieducativo e l’iniziativa che siamo qui ad inaugurare segna un importante passo in avanti. I figli di queste detenute devono poter incontrare la propria madre e dare il loro abbraccio a queste donne che stanno pagando per i propri sbagli. Sono certo che questi incontri serviranno anche alle madri per prendere coscienza di ciò che li aspetta alla loro uscita e per seguire convintamente un percorso riabilitativo. Il Governo si è impegnato per cambiare la visione del carcere e rendere la detenzione, un’occasione di riflessione, di ripensamento e di pentimento e non un luogo di sovraffollato, caratterizzato da trattamenti degradanti e ozio, senza una reale finalità di rieducazione. I risultati dei nostri sforzi sono sotto agli occhi di tutti, anche se siamo consapevoli che possa essere fatto ancora molto. Ripartiamo da queste giornate e investiamo di più sulla positiva funzione sociale che deve garantire il carcere.”[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]