Seria preoccupazione e motivato allarme. Usiamo a ragione queste parole per giudicare la situazione, da tempo determinatasi, del sostanziale non regolare funzionamento degli Uffici del Garante Nazionale dei Diritti dei Detenuti e delle Persone sottoposte a limitazione delle libertà personali. Ci richiamiamo a quanto pubblicato da varie testate circa le dimissioni, avvenute e preannunciate, di alcuni titolari di rilevanti funzioni appartenenti all’ufficio del Garante Nazionale. Dimissioni motivate dall’impossibilità a svolgere i delicati compiti assegnati. Ad oggi la relazione annuale, cui per statuto e indicazione legislativa il Garante Nazionale è tenuto a redigere e rendere pubblica, non è conosciuta. Per tradizione, tale documento risulta essere di primaria rilevanza per la conoscenza delle tendenze e delle problematiche emergenti nelle realtà carcerarie. E sappiamo quanto l’attuale realtà rappresenti un punto drammatico per tutto il Paese. Ci rivolgiamo alla Presidente del Consiglio dei Ministri, On.Giorgia Meloni, al Ministro della Giustizia Nordio, ai Presidenti delle Commissioni Giustizia della della Camera e del Senato e a ciascuno dei relativi membri, affinché, nel pieno rispetto delle regole costituzionali e delle responsabilità di ciascuno, queste gravi disfunzioni ed inammissibili ritardi siano subito affrontati e superati. Non dimentichiamo certo le ragioni (risalenti a circa dieci anni fa) che spinsero una pluralità di soggetti a salutare positivamente l’ingresso, nell’ordinamento italiano, dell’istituto del Garante. La nostra associazione era una di quelle voci ed oggi lo è in modo ancor più convinto. Le volontarie e i volontari di “A Roma Insieme – Leda Colombini ODV”
L’Associazione “A Roma, Insieme – Leda Colombini ODV”, fondata nel 1991, promuove campagne d’informazione, attività di formazione, di cultura e iniziative di solidarietà sociale, con particolare attenzione alle persone detenute all’interno delle carceri di Roma. I progetti sono resi possibili anche grazie alla partecipazione a bandi finanziati da Enti Pubblici (Regione e Comune) e fondazioni private.
Dal 1994 si occupa dell’affettività in carcere con le donne detenute nella Casa Circondariale femminile di Rebibbia. In particolare si prende cura dei bambini della Sezione Nido che vivono fino al compimento del terzo anno di età con le loro mamme dietro alle sbarre.
Obiettivo dell’Associazione è che nessun bambino varchi più la soglia di un carcere.
L’associazione ha sede in Roma, Via Sant’Angelo in Pescheria n. 35/A, all’interno di locali di proprietà del Comune di Roma – Dipartimento Patrimonio e, ad oggi, siamo in compensazione della quota affitto in quanto creditori di una somma versata anticipatamente.
La Presidente, il Consiglio Direttivo e i soci volontari prestano la loro opera a titolo completamente gratuito, fatta eccezione della persona addetta alla segreteria, unica figura part-time a percepire uno stipendio. Alcuni dei progetti attivi usufruiscono, a volte, della collaborazione esterna di professionisti il cui rapporto economico rientra nell’ambito delle collaborazioni con lettere d’incarico per la realizzazione del progetto.
Il contributo del 5×1000 relativo all’anno 2020-2019, accreditato sul c/c di questa associazione in data 29/10/2021 (per importo pari a € 3.115,12) è stato utilizzato esclusivamente per sostenere i costi di funzionamento dell’associazione e per l’acquisto di prodotti utili al raggiungimento dello scopo sociale.
Anche l’anno 2021-2022, interessato dal contributo è stato, purtroppo, caratterizzato dalla importante riduzione delle attività all’interno delle carceri in cui l’associazione è impegnata (Rebibbia e Regina Coeli) causata dalla crisi sanitaria in corso e dalla conseguente chiusura, degli istituti penitenziari, all’ingresso di operatori esterni e non solo. Abbiamo partecipato al “Bando Ristori” del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali erogatoci, però, a dicembre del 2022.
Ciò nonostante l’associazione ha continuato ad impegnarsi nel sostegno economico e di sostegno solidale con le persone maggiormente provate dalla crisi sanitaria: persone detenute e loro familiari.
Inoltre, in collaborazione con la Fondazione Asilo Savoia, con cui é stato sottoscritto un Accordo di Partneriato relativo alle attività di volontariato presso la Casa Famiglia Protetta di Leda, sono state svolte varie attività con i nuclei mamma-bambino lì ospitati. Le donne-madri si trovano presso quella struttura in misura alternativa alla detenzione in carcere.
Il contributo del 5×1000 è stato prevalentemente investito nelle spese indicate alla voce corrispondente al Punto 5 del Modello, perseguendo gli scopi sociali dell’associazione: quello di alleviare, anche solo con piccoli doni, la condizione delle donne e madri detenute insieme ai loro piccoli e di tutte le persone detenute negli istituti penitenziari per adulti presenti nella città di Roma.
Il restante importo del 5×1000 ricevuto è stato impiegato per le spese alla voce Punto 2 del Modello “Costi di Funzionamento” nelle quali rientrano le utenze e i servizi.
Non sono state fatte erogazioni a favore di altri enti o accantonamenti dell’importo percepito.
La presente relazione sarà consultabile qui di seguito.
Ancora troppi bambini varcano la soglia delle carceri italiane.
Sono 33 i bambini presenti nelle carceri italiane al 30 ottobre 2020, costretti a vivere e crescere in una condizione assolutamente inadeguata e rischiosa, che ne mina il benessere psicologico emotivo e fisico.
Per loro chiediamo che si inizi a costruire un futuro diverso. Da oggi.
Le nostre organizzazioni, consapevoli dell’urgente necessità di rendere applicabile la legge 62/11, che disciplina la condizione delle madri detenute con al seguito i propri bambini, hanno visto nella Legge di Bilancio un’opportunità per iniziare a costruire un futuro diverso per loro.
Aromainsieme, Cittadinanzattiva, Gabbianella, Terre des Hommes e ACAT chiedono che sia approvato dalla Commissione Bilancio della Camera l’emendamento alla Legge di Bilancio, a prima firma Siani e sostenuto tutti i gruppi di maggioranza, per la creazione di un Fondo per l’accoglienza delle madri detenute con i propri figli, al di fuori delle strutture carcerarie.
L’emendamento prevede che siano destinati a tale Fondo 1.500.000 di euro all’anno per tre anni a partire dal 2021.Queste risorse serviranno per coprire le spese di accoglienza delle donne e dei loro bambini, fuori dal carcere, così che possano essere trasferite sia in Case Famiglia Protette sia in Comunità alloggio mamma / bambino già presenti su tutto il territorio nazionale.
Il Fondo rappresenta un importante punto di partenza per garantire ai bambini una vita fuori dal carcere assieme alle loro mamme.
“L’approvazione di questo emendamento porrà le basi concrete per iniziare a cambiare le condizioni di vita di molti bambini che oggi stanno pagando il prezzo di un sacrificio inaccettabile e permetterà di avviare un percorso di definitiva soluzione del problema” afferma Laura Liberto, coordinatrice nazionale della rete Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva.
“Avere un Fondo dedicato per permettere percorsi di accoglienza di bambini con le mamme fuori dal carcere è un traguardo importante anche se molto resta ancora da fare. Sono diverse e complesse, infatti le
cause per le quali tanti bambini sono costretti a vivere la privazione della propria libertà. Per questo l’impegno di Terre des Hommes proseguirà anche nel futuro per cercare di fare sì che tutte le misure utili ad evitare questa penosa soluzione siano messe in campo”. Afferma Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes.
“Aprire le porte delle Case Famiglia, ancora poco utilizzate, nonostante la L.62/11 lo preveda, è un passo avanti importante. Il potere pubblico oggi non può dimostrarsi assente o disattento sul tema attualissimo della umanizzazione della pena, in presenza di madri e bambini.” Dichiara Giovanna Longo, presidente di A Roma, Insieme.
“I figli delle detenute sono bambini fragili, per cui frequentare precocemente la scuola dell’infanzia è vitale e le detenute madri sono donne che hanno anch’esse bisogno di ricevere educazione e formazione per diventare libere ed autonome. Si ritiene che questa formazione sia maggiormente favorita in casa-famiglia piuttosto che in carcere o in Icam. Chi alle case famiglia non potrà accedere, per il divieto del giudice, ha comunque diritto alla frequenza della scuola dell’infanzia per i propri figli e ad una formazione per sé“. Ricorda Carla Forcolin, presidente de La Gabbianella.
“La crescita e lo sviluppo dei bambini dipendono da tantissimi fattori, ma tra i più importanti vi è sicuramente la libertà. Solo la libertà insegna ai bambini ad effettuare scelte e ad essere responsabili. Una educazione completa e libera è sicuramente la base per avere cittadini migliori domani che saranno realmente padroni della propria vita.” Sostiene Massimo Corti, Presidente ACAT.
Associazione A Roma, Insieme
Giovanna Longo
Presidente
aromansieme@gmail.com
Fondazione Terre des Hommes Italia onlus – Ufficio stampa
Rossella Panuzzo
r.panuzzo@tdhitaly.org
Cittadinanzattiva APS – Ufficio stampa
Alessandro Cossu: 3483347608
Aurora Avenoso: 3483347603
stampa@cittadinanzattiva.it
www.cittadinanzattiva.it
La Gabbianella e altri Animali
Carla Forcolin
Presidente
info@lagabbianella.org
ACAT – Ufficio Stampa
Azione dei Cristiani per l’’Abolizione della Tortura
SOSTIENI L’ASSOCIAZIONE A ROMA, INSIEME – Leda Colombini ODV Mai più bambini in carcere!
Destina il tuo 5 x 1000 alla associazione A Roma, Insieme - Leda Colombini ODV semplicemente scrivendo il C.F. 96219460589 nella dichiarazione dei redditi.
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