Comunicato stampa 14 maggio 2023

 Appello adesione alla giornate “Madri fuori dallo stigma del carcere”

L’associazione “A Roma, Insieme – Leda Colombini ODV” aderisce all’appello “Madri fuori dallo stigma del carcere” nonostante quest’anno non abbia potuto realizzare il consueto evento, che da 29 anni organizza, in occasione della Festa della Mamma all’interno della Casa Circondariale di Rebibbia Femm.

Nonostante ciò non sia stato possibile a causa di un concomitante evento istituzionale che si terrà all’interno dell’Istituto penitenziario proprio il 14 maggio, ci riproponiamo di posticiparlo coerentemente con quello che è sempre stato il nostro impegno nei confronti delle donne e madri detenute, impegno che coincide con i contenuti dell’appello. 

La Presidente 

Giovanna Longo 

e le volontarie e i volontari di “A Roma, Insieme – Leda Colombini ODV” 

C.S._Madri fuori_14 maggio

Comunicato stampa del 22 Marzo 2023 – L’infanzia non si incarcera!

L’infanzia non si incarcera!

Una lettera-appello per non bloccare la legge.

In seguito alla presentazione di emendamenti che fermano la proposta di legge in Commissione Giustizia della Camera, associazioni, garanti e singoli soggetti impegnati sul tema dei diritti in carcere chiedono di non tradire il lavoro svolto finora e di accelerare l’approvazione Un appello rivolto al Presidente e ai componenti della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati per ripristinare lo spirito originario della proposta di legge d’iniziativa dei Deputati Serracchiani, Costa, Di Biase, Casu, Furfaro. A.C. n. 103 e liberare finalmente i bambini detenuti nelle carceri a seguito delle mamme.

Ad inviarlo oggi Cittadinanza attiva e A Roma Insieme – Leda Colombini, con la sottoscrizione di altre 12 organizzazioni civiche e di volontariato attive sul tema dei diritti dei detenuti, nonché di 4 Garanti dei diritti delle persone private della libertà e del Presidente della Conferenza dei Garanti Territoriali. Attualmente la proposta di legge “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori” è ferma presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, per via della presentazione di una serie di proposte di emendamenti: una situazione – si legge nell’appello – “estremamente preoccupante, sia perché rischia di aprire una nuova fase di stallo sul provvedimento, sia perché gli emendamenti depositati depotenzierebbero l’intero impianto della proposta di legge, contraddicendone finalità e motivazioni.”

La proposta di legge, nata su iniziativa dell’ex onorevole Siani e che nella scorsa legislatura non aveva completato l’iter di approvazione a causa della caduta del Governo Draghi, si inserisce in un percorso di proficua e positiva collaborazione tra Parlamento ed organizzazioni della società civile, contrassegnato da una grande spinta e valenza civica che non ha mai avuto bandiere. Introduce misure efficaci e ragionevoli, rimuovendo anzitutto ostacoli e limiti – di natura economica e giuridica – presenti nella normativa vigente che continuano ad alimentare il fenomeno dell’incarcerazione dell’infanzia e a produrre nuovi ingressi di bambini in carcere al seguito delle madri.

Tra le più apprezzabili, le disposizioni rivolte a sostenere e promuovere il sistema delle case famiglia protette come modello alternativo alle soluzioni detentive di madri e bambini, comprese quelle della detenzione negli Istituti a Custodia Attenuata per detenute Madri (ICAM). Da qui l’appello delle organizzazioni e dei vari soggetti che chiedono ai parlamentari di non fermare questo percorso e di recuperare lo spirito originario affinché il testo completi quanto prima l’esame in Commissione Giustizia, senza modifiche che ne tradiscano l’intento o esulino dalla esplicita finalità: ossia che i bambini e le bambine possano vivere i loro primi anni di vita con le madri, siano esse in attesa di giudizio o in esecuzione penale, in un ambiente non detentivo.

Aderiscono all’iniziativa

Appello del 21 Marzo 2023 – Proposta di legge

Al Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati

On.le Ciro Maschio

Ai componenti della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati

e p.c.

Al Presidente della Camera dei Deputati

On.le Lorenzo Fontana

Ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati

Al Ministro giustizia

On.le Carlo Nordio

Roma, 21 marzo 2023

Lettera appello sulla proposta di legge

“Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori”.

D’iniziativa dei Deputati Serracchiani, Costa, Di Biase, Casu, Furfaro. A.C. n. 103

Egregi Onorevoli,

in questi giorni abbiamo appreso la notizia che l’esame della proposta di legge in oggetto, in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ha subito una preoccupante battuta d’arresto.

Il testo, nella sua versione originaria, ricalca alla lettera i contenuti della proposta di legge depositata nella passata legislatura dall’ On. le Paolo Siani ed altri Deputati, che aveva ottenuto, in seguito ad un lungo esame in Commissione Giustizia, l’approvazione da parte della Camera dei Deputati con una larghissima e trasversale

maggioranza. La fine anticipata della legislatura ha poi impedito che si completasse l’iter di approvazione, con il passaggio in Senato.

La richiamata proposta di legge, nei suoi contenuti, motivazioni e finalità, raccoglie molte delle istanze sollevate a più riprese delle scriventi organizzazioni.

Riflettendo le nostre sollecitazioni, il provvedimento si occupa della condizione dei bambini costretti a trascorrere i primi anni di vita all’interno degli istituti penitenziari assieme alle madri detenute e mira dichiaratamente a restituire centralità alla tutela del benessere dei piccoli e del rapporto genitoriale.

La presenza di bambini nelle carceri, reclusi con le madri, rappresenta un paradosso gravissimo del nostro sistema; un paradosso finora irrisolto ed incredibilmente trascurato, sul quale nel tempo ci siamo impegnati, come organizzazioni della società civile, per richiamare l’attenzione pubblica e delle istituzioni e per formulare e sollecitare l’adozione di soluzioni di sistema idonee a risolverlo definitamente.

Ciò nella convinzione che la tutela della salute psicofisica dei bambini debba prevalere su ogni altra ragione o interesse pubblico e debba costituire il principale, se non l’unico, criterio guida per la costruzione di misure dedicate.

E’ oramai dimostrato che i piccoli che crescono in carcere ricevano danni profondi sul piano dello sviluppo psicofisico e, seppure parliamo di piccoli numeri, riferibili a poche decine di presenze, è innegabile che le ridotte dimensioni del fenomeno non possono ridimensionare la gravità del problema dell’incarcerazione dell’infanzia. E anzi, le dimensioni contenute del problema rendono ancor più contraddittorio e sorprendente il fatto che ne tempo non si siano approntate soluzioni decisive per azzerarlo.

Su queste premesse e per queste ragioni, abbiamo sostenuto in passato la “proposta di legge Siani”, come oggi sosteniamo la proposta di legge in esame, che ne riprende integralmente i contenuti.

Nel recepire le nostre richieste, la proposta di legge introduce misure efficaci e ragionevoli, rimuovendo anzitutto ostacoli e limiti, di natura economica e giuridica, presenti nella normativa vigente che continuano ad alimentare il fenomeno dell’incarcerazione dell’infanzia e a produrre nuovi ingressi di bambini in carcere al seguito delle madri. Tra le più apprezzabili, evidenziamo in particolare le disposizioni rivolte a sostenere e promuovere il sistema delle case famiglia protette come modello alternativo alle soluzioni detentive di madri e bambini, comprese quelle della detenzione c.d. attenuata in ICAM.

Abbiamo, pertanto, valutato come fatto positivo ed incoraggiante la riproposizione della proposta di legge all’avvio della legislatura corrente ed altrettanto la deliberazione d’urgenza votata in aula perché l’iter di approvazione potesse procedere speditamente e senza intoppi.

Oggi, invece, apprendiamo con stupore della recente battuta d’arresto in Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, determinata dalla presentazione di significative ed inaspettate proposte emendative.

Una iniziativa che troviamo estremamente preoccupante, sia perché rischia di aprire una nuova fase di stallo sul provvedimento, sia perché gli emendamenti depositati depotenzierebbero l’intero impianto della proposta di legge, contraddicendone finalità e motivazioni.

Una iniziativa che, inoltre, troviamo sorprendente, vista l’ampia convergenza di tutte le forze politiche che si era raggiunta, soltanto qualche mese fa, sul testo della proposta Siani.

Teniamo a sottolineare che la proposta di legge in discussione si inserisce in un percorso di proficua e positiva collaborazione tra Parlamento ed organizzazioni della società civile.

Un percorso contrassegnato da una grande spinta e valenza civica, che non ha mai avuto bandiere.

Siamo tuttora convinti che il bene dei piccoli ancora oggi reclusi nelle carceri italiane definisca un tema su cui unire le forze; un tema da sottrarre alle dinamiche delle divisioni e dello scontro politico, che non possono consumarsi sulla pelle dei bambini.

A ciascuno di Voi, pertanto, ci rivolgiamo perché, coerentemente con il percorso finora svolto e la procedura d’urgenza votata, il testo della proposta di legge in esame completi quanto prima l’iter di approvazione in Commissione Giustizia, senza modifiche che ne tradiscano l’intento o esulino dalla esplicita finalità espressamente limitata a che i bambini e le bambine possano vivere i loro primi anni di vita con le madri, siano esse in attesa di giudizio o in esecuzione penale, in un ambiente non detentivo.

Ci appelliamo al Vostro senso di responsabilità affinché questo lungo percorso non venga vanificato e affinché il Parlamento si assuma unitariamente l’impegno, degno di un paese civile, che nessun bambino debba più varcare le soglie di un carcere.

Giovanna Longo Anna Lisa Mandorino

Presidente A Roma insieme-Leda Colombini Segretaria Generale Cittadinanzattiva APS

 

Aderiscono all’appello:

Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia

Conferenza Regionale Volontariato Giustizia Lazio

La Gabbianella e altri animali APS

Associazione Loscarcere

Movimento No Prison

Redazione Ristretti Orizzonti

Associazione Sbarre di zucchero

Terre des Hommes Italia

Associazione 21 luglio

Stefano Anastasia, Presidente Conferenza dei Garanti Territoriali delle persone private della libertà

Bruno Mellano, Garante dei diritti delle persone private della libertà, Regione Piemonte

Samuele Ciambriello, Garante dei diritti delle persone private della libertà, Regione Campania

Francesco Maisto, Garante dei diritti delle persone private della libertà, Comune di Milano

Valentina Calderone, Garante dei diritti delle persone private della libertà, Comune di Roma

Paolo Siani, medico pediatra

Luigi Manconi, sociologo, presidente A Buon Diritto

Gabriella Stramaccioni, già garante dei diritti delle persone private della libertà di Roma Capitale

Paolo Lattanzio, Regional Program Representative & special Progect advisor. Save the Children Italia

LETTERA APPELLO 21 mar 23

Comunicato Stampa 8 Marzo 2023

Le agenzie di stampa di ieri 7 marzo riferiscono che nel carcere di Rebibbia femminile è stata trovata morta una detenuta rinchiusa in una cella di isolamento dove era trattenuta da alcuni giorni. La sera prima era stata visitata dal medico affetta da malore acuto.

Il tragico episodio impone senza indugio un rapido e serio accertamento dei fatti e lo scrupoloso appuramento della verità.

La visita medica aveva, colto veramente la gravità della situazione ?

Perché la donna dopo la visita medica, è stata trattenuta nella cella d’isolamento rendendo così problematica la possibilità di essere continuamente monitorata e senza che lei potesse tempestivamente chiedere assistenza e conforto?

Non sono domande superflue.

Esse piuttosto ripropongono il tragico tema, ad oggi non risolto, della compatibilità della condizione carceraria con stati morbosi gravi, se non della contraddizione tra carcere e salvaguardia della vita umana.

Sulla tragica vicenda sia pienamente accertata la verità.

Lo ribadiamo con la piena consapevolezza oggi, 8 Marzo, giornata simbolo della dignità di tutte le donne.

La Presidente

di “A Roma, Insieme – Leda Colombini ODV”

 

Comunicato stampa 18 gennaio 2023

 Esprimo a mio nome e di tutti i volontari e le volontarie della nostra associazione, il più vivo apprezzamento per il voto con cui la Camera ha deciso una corsia preferenziale per un testo di legge, che riprenda la proposta Siani sulla presenza dei bambini in carcere.

Nella passata legislatura la proposta fu prossima ad essere convalidata in legge.

Il Parlamento così compie un serio atto di assunzione di responsabilità in un campo in cui c’è ancora molto da lavorare.

“A Roma Insieme – Leda Colombini ODV” che da sempre si è resa sostenitrice, animatrice e proponitrice di esperienze concrete e di importanti atti istituzionali nel campo dei diritti dell’infanzia, manifesta a Voi parlamentari tutto il sostegno affinché l’iniziativa presa proceda bene e rapidamente. 

Veder finalmente concretizzata la possibilità che in questo Paese nessun bambino resti in carcere, potendo crescere nell’armonia degli affetti con i propri genitori, sarebbe senz’altro una conquista di civiltà.

Auguri per il vostro lavoro e siate certi che avrete tutto il nostro sostegno. 

La Presidente 

Giovanna Longo 

Apprezzamento proposta legge